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Thutmosis III.

Faraone della XVIII dinastia. Figlio illegittimo di Thutmosis II, per poter succedere al padre dovette sposare una delle figlie della moglie legittima di Thutmosis II. Salito al trono alla morte del suo predecessore, non poté esercitare il potere a causa degli intrighi della regina Hasceptsu, la vedova di Thutmosis II, la quale, appoggiata dai monarchici legittimisti a lei fedeli tenne le redini del governo fino alla morte. Soltanto allora, cioè 20 anni dopo la sua elezione ufficiale, T. poté effettivamente regnare. Egli rimase sul trono dal 1483 al 1450 a.C., dimostrandosi sovrano degno delle grandi tradizioni dinastiche. A capo di numerose campagne in Asia, combatté in Siria e in Mesopotamia; qui, rinnovando il gesto di suo nonno Thutmosis I, fece erigere una stele commemorativa sulle rive dell'Eufrate, nel luogo che segnava l'estrema punta dell'espansione egiziana in quei territori. In Siria, a seguito delle sue vittorie, portò i confini fino alle terre allora occupate dai Mitanni, cioè da Emar a Kargamis, fino al Mediterraneo. In Africa estese il dominio egiziano fino alla IV cataratta. Grandiose furono anche le sue opere di pace che comprendono l'abbellimento e l'ingrandimento dei maggiori centri egiziani quali Karnak, Abido, Koptos, el-Kab, Hermonthis e, in Nubia, Semna. Le sue imprese militari sono state immortalate sulle pareti del tempio di Amonra a Karnak. Di T. esiste una statua realizzata in granito nero, perfettamente conservata, proveniente dagli scavi effettuati a Tebe e custodita al Museo Egizio di Torino (XV sec. a.C.).